La morte della ventiduenne curda Mahsa Amini, accusata, lo scorso 16 settembre, dalla polizia morale di Teheran di non indossare correttamente il velo, ha scosso il mondo intero. La polizia morale è stata istituita nel 2005, con il compito di supervisionare il rispetto del codice di abbigliamento delle donne iraniane. Secondo la legge iraniana, infatti, le donne sono obbligate a coprirsi i capelli con un hijab (velo) e indossare abiti lunghi e larghi per mascherare la propria figura. Le persone arrestate dalla polizia morale ricevono un avviso o, in alcuni casi, vengono portate in “strutture di correzione” o in una stazione di polizia dove viene insegnato loro come vestirsi o comportarsi moralmente prima di essere rilasciate ai loro parenti maschi.
Lo scorso 15 agosto è inoltre entrato in vigore un decreto per far rispettare la legge sull’hijab e sulla castità. In base a queste norme, le donne che pubblicano le loro foto senza l’hijab sui social network sono private di alcuni diritti sociali per un periodo compreso tra sei mesi e un anno, come l’ingresso negli uffici governativi, nelle banche o l’utilizzo dei mezzi pubblici. Mahsa Amini, è morta in ospedale dopo 3 giorni di coma causati da un trauma creanico “da pestaggio”. Dal 16 settembre moltissime donne sono scese in piazza bruciando gli hijab e tagliandosi i capelli. In Iran il taglio di capelli simboleggia la rabbia, la tristezza, il lutto: un sentimento talmente sovrastante da far mettere da parte ogni senso estetico. Una protesta “senza parole”, un gesto dalla forte valenza simbolica, fatto per evitare l’ostacolo delle barriere linguistiche.
Anche noi oggi, abbiamo lanciato il nostro urlo silenzioso caricandolo nel contempo, di un messaggio che sentiamo nel cuore. Unendo il nostro claim “Piantiamola”, alla frase “di non far nulla”, vogliamo chiedere a tutti voi di non girare più lo sguardo di fronte alla violenza, basta rimanere passivi davanti agli abusi di qualsiasi specie siano. Perché un qualunque comportamento che limiti le libertà di un’altra persona è violenza, quindi rivolgiamo lo sguardo all’altro con occhio attento:
PIANTIAMOLA DI NON FAR NULLA!
PIANTIAMOLA DI NON FAR NULLA!