Sono ormai diversi anni che ci siamo abituati ad un consumo veloce dimenticandoci che un’abitazione, per essere chiamata casa, non deve solo essere riempita da arredi e complementi, ma deve saper raccontare la storia delle persone che la abitano.
L’arredamento veloce, o fast furniture, è una tendenza che consiste nell’ utilizzare elementi di arredo a basso costo, facili da assemblare e da smontare, che durano poco e che rendono le nostre case dei cloni di un’immagine veicolata da cataloghi e media.
Questa tipologia di elementi d’arredo è pensata solo per essere “di moda” seguendo le tendenze di una stagione e spesso viene dismessa come fosse una t-shirt, creando un impatto dannoso sia economico che ambientale, proprio come la “fast fashion” nella moda. Ma mentre cresce la consapevolezza di una parte dei consumatori e dei media sui danni provocati da quest’ultima e sulla necessità di diffondere una moda circolare e sostenibile, si parla ancora poco di pratiche di arredamento che stanno diventando sempre più inquinanti e dannose per il pianeta: le fast furniture appunto.
Acquistare l’arredamento per la casa, una volta era visto come un investimento. Infatti un mobile di ottima fattura può essere rivisitato, riparato, carteggiato, riverniciato, wrappato. Mentre un mobile low cost, una volta smontato, solitamente finisce in discarica.
Ma il problema non riguarda solo il quantitativo di rifiuti prodotti, bensì il dispendio di risorse (legno, carta, plastica, vetro, tessuti, energia) utilizzati per produrre ogni oggetto, nonché le emissioni inquinanti connesse ai processi produttivi e al trasporto degli oggetti.
Più acquistiamo e più danneggiamo il nostro bel pianeta. Perciò, se il budget a disposizione è basso, sarebbe opportuno acquistare meno oggetti ma di qualità superiore, puntando sullo stile, su qualcosa che sia “senza tempo” e in grado di raccontare la proprio identità.
Una soluzione che mette d’accordo moda, ambiente e portafogli è sicuramente il restyling degli elementi d’arredo: e noi di Anice insieme al “ Re dell’Aerografo di Milano”, il designer Mirko Baldini (founder di Koro Design), vi abbiamo mostrato come; durante la diretta Instagram del 5 giugno.
Rinnovando il vecchio divano dello studio, gli abbiamo ridato vita, rendendolo un pezzo unico, non solo dal punto di vista artistico, capace di veicolare un messaggio.
Abbiamo dato a un divano perfettamente funzionale, ma fuori moda, l’opportunità di raccontare la storia del nostro drand, la storia di Koro Design, la storia delle emozioni vissute da ogni membro del nostro team durante le operazioni di restyling.
Perché per noi di Anice, parafrasando Renzo Piano, la morale non si predica: la si disegna e la si costruisce.