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Economia Circolare in architettura: il ruolo dei CAM e la spinta del Superbonus 110%

L’economia circolare è “un termine generico per definire un’economia pensata per potersi rigenerare da sola”, quindi un modello di produzione e consumo che implica il riutilizzo e il riciclo dei materiali e dei prodotti esistenti, e che contribuisce quindi a ridurre i rifiuti al minimo e a limitare l’impatto che hanno i processi di estrazione, trasporto e utilizzo delle materie prime sul clima. 

In architettura, l’applicazione di principi di Economia Circolare può consentire la realizzazione di edifici sostenibili, efficienti e a basso impatto ambientale. In questo contesto, i Criteri Ambientali Minimi (CAM) rappresentano uno strumento fondamentale per orientare il settore dell’edilizia verso la sostenibilità attraverso la definizione di pratiche virtuose in un settore ad “alta intensità” di risorse.

Nel 2021 il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione, chiedendo misure aggiuntive per raggiungere un’economia a zero emissioni di carbonio, sostenibile dal punto di vista ambientale, libera dalle sostanze tossiche e completamente circolare entro il 2050. In essa sono anche incluse norme più severe sul riciclo, e obiettivi vincolanti per il 2030 sull’uso e sull’impronta ecologica dei materiali. Nel marzo 2022 poi, la Commissione ha pubblicato un primo pacchetto di misure per accelerare questa transizione, con proposte concrete che includono il potenziamento dei prodotti sostenibili e, in edilizia, la revisione del regolamento sui prodotti da costruzione. 

Lo scopo del Parlamento Europeo è promuovere la transizione ecologica in un settore, come quello delle costruzioni, dove il potenziale di circolarità dei materiali utilizzati è altissimo. A livello europeo, questo settore è infatti responsabile di più del 50% delle materie prime estratte e di circa il 35% dei rifiuti. In Italia, l’introduzione dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) in edilizia (GU Serie Generale n.259 del 06/11/2017) impongono requisiti di circolarità nelle gare di appalto pubbliche. Questi criteri, che vanno dalla scelta dei materiali alla gestione dei rifiuti, si applicano anche all’architettura, dove diventano un fattore importante per garantire la realizzazione di edifici sostenibili ed efficienti dal punto di vista energetico.

L’introduzione del Superbonus 110% poi, ha portato all’estensione dei CAM anche nel settore privato dato che, per poter accedere all’agevolazione, le residenze efficientate devono certificare che i materiali isolanti rispettino i CAM. Nei CAM, infatti, vengono richiesti piani per disassemblaggio e demolizione selettiva a fine vita, percentuali minime di disassemblabilità e prefabbricazione dei componenti, percentuali minime di contenuto di materia recuperata o riciclata, nonché la redazione di “pre-demolition audit. L’applicazione dei CAM è una leva fondamentale per un cambiamento positivo nella direzione delle pratiche circolari, inducendo tutti gli attori coinvolti nel processo edilizio ad adeguarsi alle nuove richieste.  

La scelta dei materiali è uno dei principali fattori che influenzano l’impatto ambientale di un edificio. I CAM impongono la scelta di materiali a basso impatto ambientale, come quelli di origine naturale o riciclabili. In particolare, i materiali da costruzione devono essere scelti in modo da ridurre al minimo l’impiego di risorse naturali e di sostanze tossiche, garantendo al contempo la resistenza e la durabilità degli edifici.

Le pratiche in atto costituiscono primi passi non ancora sufficienti. Serve infatti un cambiamento radicale, attuabile attraverso la collaborazione e la co-creazione lungo tutta la filiera edilizia, che partendo dal progetto, prediliga l’utilizzo di soluzioni tecniche “reversibili” che garantiscano il recupero dei componenti a fine vita e processi circolari a livello del prodotto (dal recupero in sito alla trasformazione delle materie prime seconde). 

Infatti, senza una fase di progettazione volta a promuovere l’utilizzo di materie Green verso la committenza, ad oggi, il tema della circolarità dei materiali risulta applicato, in maniera puntuale, solamente sui rifiuti da costruzione e demolizione attraverso pratiche di downcycling, come ad esempio il riciclo degli inerti per sottofondi stradali o opere di colmatazione. Per questo Anice promuove costantemente un approccio progettuale integrato in termini durabilità, adattabilità e decostruzione di ogni edificio, che attraverso strategie in termini di Design for durability e di Design for disassembling, promuova l’uso efficiente delle risorse prolungando in tal modo la vita dell’edificio stesso: poiché ogni edificio può essere concepito come una sorta di stoccaggio temporaneo di materiali e prodotti da costruzione che, grazie ai processi di manutenzione, possono assumere nuovo valore.

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